Le sindromi da dolore funzionale, come fibromialgia, sindrome da stanchezza cronica e disturbi gastrointestinali funzionali, hanno un grande impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti, che spesso ricevono diagnosi frammentate a seconda dello specialista di riferimento.
La frammentazione diagnostica e terapeutica impedisce una comprensione unificata del disturbo, sia dal punto di vista fisico che mentale.
Un recente studio italiano, pubblicato su World Journal of Neuroscience, propone un modello terapeutico innovativo basato su un approccio integrato mente-intestino-cervello. I pazienti sono stati trattati con un approccio combinato che ha previsto la neuromodulazione centrale tramite neurofeedback, una tecnica che analizza i ritmi cerebrali (in particolare alpha-theta) per promuovere uno stato di rilassamento attraverso l’autoregolazione; colloqui psicologici clinici, riconosciuti come strumenti efficaci nella gestione del dolore cronico; e l’assunzione quotidiana, a stomaco vuoto, di un probiotico multispecie ad azione mirata, contenente nove ceppi batterici selezionati per la loro rilevanza clinica.
Dopo tre mesi, i pazienti hanno mostrato una significativa riduzione dell’intensità del dolore, dei livelli di cortisolo (indicatore di stress), dell’ansia e dell’uso di farmaci analgesici. È stato inoltre osservato un miglioramento generale del benessere psicofisico.
I risultati supportano l’efficacia di un approccio multidisciplinare nel trattamento del dolore cronico di origine funzionale. Gli autori auspicano ulteriori studi controllati per consolidare l’evidenza e raffinare le strategie terapeutiche.